Giovanni Napoleone Pellis. Ciconicco, Fagagna 1888 – Valbruna 1962. Il viatico in montagna (accompagnamento del viatico), 1921-22. Olio su tela, cm 178 x 336. Casa Cavazzini, Udine
- Gabriel Jurkić (1886-1974)
Paesaggio, 1919 olio su tela, 50 x 150 cm inv.
MG-3102 Zagabria, Moderna Galerija - Taccuino Cozzi n°3
Società Alpina delle Giulie, Trieste - Ugo Flumiani Trieste 1876 – 1939
Da Tarvisio. I nuovi confini della Patria, primo quarto XX secolo Olio su cartone, cm 35 X 48,5
Società Alpina delle Giulie, Trieste - Ambito italiano Dolomiti, 1910 - 1925 ca
Cromolitografia, 88 x 116 cm inv. 05347
Museo Collezione Salce, Treviso
In questo contesto le Dolomiti costituiscono un assoluto protagonista grazie alle loro possibilità formali e cromatiche. Il primo libro dedicato alla loro esplorazione, The Dolomite Mountains, pubblicato nel 1864, scritto e illustrato da due viaggiatori britannici, Josiah Gilbert (naturalista e botanico) e George Cheetham Churchill (disegno e acquarello), apre il percorso espositivo. Non manca anche l’imprescindibile riferimento alla costituzione del CAI, il Club Alpino Italiano fondato ufficialmente il 23 ottobre del 1863 da Quintino Sella nel Castello del Valentino a Torino, dopo il quale furono aperte sedi anche in altre città italiane.
Tanti e diversi i modi di rappresentare, guardare e “sentire” la montagna, dal realismo e naturalismo di Edward Theodore Compton (1849-1921), Guglielmo Ciardi (1842-1917), Giovanni Salviati (1881-1951), al simbolismo e intimismo di Francesco Sartorelli (1856-1939), Traiano Chitarin (1864-1935), Teodoro Wolf Ferrari (1878-1945), Carlo Costantino Tagliabue (1880-1960), Millo Bortoluzzi (1905-1995), Marco Davanzo (1872-1955), Giovanni Napoleone Pellis (1888-1962), che sperimentano l’effetto luminoso e cangiante delle cime innevate tra il Veneto e il Friuli. Un elemento di novità si registra con le opere raffiguranti il Carso: scenografiche grotte, fiumi sotterranei, stalattiti, profonde acque increspate sono il soggetto di una serie incredibile e poco nota di Ugo Flumiani (1876-1938). Un effetto di silenziosa sospensione trapela, invece, dalle tele del bosnìaco-erzegòvino Gabril Jurkić (1886-1974), che attribuisce nuovi valori simbolici e mistici al paesaggio alpino oltre il confine italiano.
La selezione di manifesti della collezione Salce dei primi decenni del Novecento arricchisce il racconto con la pubblicità degli sport invernali. Il racconto della montagna si sviluppa anche attraverso inediti approfondimenti dedicati a personalità e temi meno noti. Tra questi emerge in particolare la figura della trevigiana Irene Pigatti (1859-1937), una delle prime e più importanti alpiniste italiane operanti in ambito dolomitico con una vita decisamente anticonvenzionale per i tempi: un'ambiziosa "collezionista" di cime, legata certamente a una concezione pionieristica dell'alpinismo, ma che rivolge l'attenzione anche al record femminile.
Un’ulteriore curiosità è la sezione dedicata a Napoleone Cozzi (1867-1916), uno dei primi interpreti dell'alpinismo senza guida nelle Dolomiti e precursore dell'arrampicata sportiva a Trieste. Vengono esposti al pubblico i suoi preziosi e poco conosciuti taccuini, conservati nell’Archivio della Società Alpina delle Giulie di Trieste, che riproducono con delicati acquerelli le alte vie percorse nel corso delle esplorazioni.
- Ugo Flumiani Trieste 1876 – 1939 Monte Mangart.
Rifugio Sillani, primo quarto XX secolo Olio su cartone, cm 55 X 70
Società Alpina delle Giulie, Trieste - Lenhart Franz Trentino, 1947 ca
Cromolitografia, 100 x 70 cm
inv 21329 Museo Collezione Salce, Treviso - Traiano Chitarin Giuliva alba del Grappa
1924 olio su tela, 200 x 140 cm inv. A/1051
Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti, Venezia - Taccuino Cozzi n°1
Società Alpina delle Giulie, Trieste